Ue, Univendita (Confcommercio) a Calderone: con direttiva su piattaforme digitali vendita diretta rischia paralisi

ROMA, 4 ottobre – “Qualora fosse approvata questa direttiva Ue senza correttivi o esclusioni, il settore della vendita diretta in Italia rischierebbe la paralisi. Stiamo parlando di oltre 500mila persone, tra agenti di commercio e incaricati alle vendite, che oggi apprezzano largamente la loro indipendenza e flessibilità professionale, e che invece rischierebbero di venir inquadrati automaticamente come lavoratori subordinati, con ripercussioni esiziali per le aziende del comparto”. Lo denuncia Ciro Sinatra, presidente di Univendita, la maggiore associazione del comparto della vendita diretta a domicilio, aderente a Confcommercio, in merito al trilogo in sede Ue circa la proposta di direttiva che riguarda il lavoro su piattaforma digitale.
Sinatra ha inviato la terza lettera in proposito alla ministra del Lavoro, Marina Calderone. “Il testo licenziato da Europarlamento e Commissione europea rischia di equiparare i nostri professionisti a operatori generalmente privi di tutele come i rider. Ma il venditore diretto – prosegue Sinatra – è una figura esplicitamente riconosciuta e tutelata sin dal 2005 dall’ordinamento italiano, anche se sconosciuta nel resto d’Europa. Si tratta di un unicum che merita le dovute protezioni e andrebbe quindi escluso esplicitamente dalla direttiva”.
“Oggi non possiamo infatti fare a meno delle tecnologie digitali nel nostro lavoro ed è normale che le aziende e gli incaricati alla vendita interagiscano su argomenti e secondo flussi che certamente non implicano la subordinazione di fatto, ma fanno parte di una ordinaria attività di coordinamento nell’ambito di un genuino rapporto di lavoro autonomo. L’impresa – chiarisce il presidente di Univendita – ha ad esempio la prerogativa di dare aggiornamenti sui contratti stipulati al fine di calcolare le provvigioni oppure può sconsigliare di concludere determinati accordi o ancora fornisce indicazioni al venditore sul contegno da mantenere di fronte al cliente. Non è accettabile che indicatori come questi, previsti esplicitamente dalla proposta di direttiva Ue, facciano scattare la presunzione di subordinazione con l’inversione dell’onere della prova a carico delle aziende per figure professionali come le nostre che sono già ampiamente disciplinate dal codice civile e dalla legge”.
“C’è dunque la necessità di correttivi sul presupposto che non si può certo fermare l’evoluzione tecnologica, ma al tempo stesso, pur con l’intento legittimo di tutelare alcune categorie di lavoratori, non va snaturato un sistema giuridico che comunque prevede forme di indirizzo da parte dell’azienda, pur nell’ambito dell’assoluta autonomia professionale. Per cui – conclude Sinatra – chiediamo una correzione della direttiva. Inoltre, invitiamo il governo, in sede di recepimento, a tutelare un comparto economico da 3 miliardi di euro di fatturato e ad armonizzare le nuove regole con la disciplina degli incaricati alla vendita diretta o con quella civilistica in tema di agenti di commercio”.

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